Identità e Missione
Le Confraternite sono associazioni pubbliche di laici credenti.
Scuole popolari di fede e fucine di santità.
Le Confraternite sono state una testimonianza cristiana di fede vissuta.
Radici cristiane dell’Europa.
Esse sono tuttora il lievito silente ma operoso dell’animazione cristiana delle nostre società oggi in Europa.
Espressione ultra-millenaria della Spiritualità Popolare esse potrebbero appartenere al passato, eppure l’esercito delle 28.000 Confraternite per circa 6 milioni di aderenti mostra quanto esse appartengono anche al domani della Chiesa. Le Confraternite sono quindi protagoniste della Nuova Evangelizzazione.
Mappa Europea Confraternite 2024 - CONFRATERNITAS.EU
OLDEST EUROPEAN CONFRATERNITIES - 2024 - CONFRATERNITAS.EU
L’origine storica delle Confraternite
di Domenico Rotella
Quando sono nate le Confraternite? La loro origine temporale è ancor oggi materia di ampio dibattito e non sempre vi è concordanza tra i diversi autori che ne hanno studiato la storia: alcuni le riannodano simbolicamente a quelle associazioni di mutua assistenza che esistevano assai numerose presso le religioni antiche; altri ne datano la nascita “ufficiale” solo attorno al XII/XIII secolo; tra questi termini temporali di fatto opposti si osservano un’infinità di datazioni che però presentano ognuna elementi in parte accettabili. Segno evidente di una percorso complesso che l’evoluzione delle Confraternite ha seguito attraverso i secoli e le culture locali. Occorre poi tener presente che in quasi tutti i popoli dell’antichità esistevano effettivamente dei sodalizi che potevano avere dei punti di somiglianza con le Confraternite cristiane. Tuttavia, nulla di più di semplici affinità superficiali.
Varie autorevoli fonti, infatti, concordano nell’opinione che le Confraternite cristiane non siano state affatto create sull’esempio di quelle pagane, bensì dalla spontanea iniziativa di persone devote, fortemente desiderose di accrescere ed esaltare il culto divino scegliendo di obbligarsi ad alcuni
servizi e doveri di religione e di pietas. I cristiani avvertirono questa profonda esigenza fin dai tempi delle persecuzioni, formando aggregazioni vocate alla preghiera e alla carità, sulla spinta del forte messaggio portato dal Vangelo. Per alcuni di loro, tale desiderio prese forma nella vita
religiosa in comune; per quelli invece che non volevano rinunziare alla famiglia ed alla vita del mondo nacquero alcune unioni che avevano, in parte, gli stessi scopi spirituali e di pietà. Un discorso puramente accademico, simbolico, viene spesso fatto dicendo che – stanti le modalità di organizzazione interna – la stessa comunità dei Dodici Apostoli può forse considerarsi un esempio primordiale di Confraternita.
Non è comunque possibile – ad oggi - stabilire con certezza un tempo in cui le comunità laicali religiose – da fenomeno locale e poco significativo - siano diventate un qualcosa di più diffuso e organizzato: volendo azzardare una teoria di tipo evoluzionistico, si potrebbe dire che ancora non è stato identificato l’anello di congiunzione tra le primitive associazioni devozionali e le antenate di quelle che ancor oggi conosciamo. Peraltro, va pure tenuto conto – in un panorama europeo – delle grandi differenze di storia, cultura e tradizioni esistenti tra i vari Paesi pur aventi un forte radicamento cristiano.
Tuttavia, fin dal VII secolo si hanno notizie sparse di laici che, in cambio di donazioni, erano aggregati ai benefici spirituali di ordini religiosi, quindi non è da escludere che i laici iniziassero a riunirsi autonomamente tra loro, con lo stesso scopo. Anche se l’ipotesi che queste unioni di
preghiera possano aver dato origine alle Confraternite sembra piuttosto forzata, vi sono però documenti in grado di fissare alcune certezze temporali, pur senza poter stabilire presunte “primogeniture”.
Al riguardo una delle voci più autorevoli è senz’altro quella dell’abate Ludovico Antonio Muratori il quale – nelle sue “Dissertazioni sopra le antichità italiane” del 1837 - cita un documento dell’anno 852 ossia i “Capitoli” che l’arcivescovo di Reims Hincmaro indirizzò ai presbiteri della sua diocesi e dai quali risulta, tra l’altro, che associazioni di soli laici si riunivano in assemblea e avevano una loro organizzazione e amministrazione. Premesso che alcune citazioni testuali dall’opera del Muratori in italiano arcaico le abbiamo qui rese un po’ più comprensibili anche in vista di eventuali traduzioni in altre lingue (lasciando però intatto il latino), notiamo che al cap. 16 si trova espressamente citato storicamente per la prima volta (anche se ciò non è del tutto esatto, come vedremo più innanzi) il termine “Confraternite”. Ivi si tratta infatti “de Collectis quas Geldonias vel Confratrias vulgo vocant”, ossia di quelle “Collette [nel significato di unione, associazione – N.d.A.] che volgarmente sono chiamate Geldonie o Confraterie”. Più avanti, prosegue il Muratori, “Erano dunque istituite in quei tempi delle compagnie al fine di esercitare
alcune opere di pietà e carità, cioè di fare offerte al tempio, mantenervi la luminaria, accompagnare alla sepoltura i defunti, dare elemosine e dedicarsi ad altre funzioni di pietà per guadagnarsi merito presso Dio”. Dopo aver lungamente ragionato al riguardo e concluso che pertanto “si dovrebbe definire cieco chi non vedesse stabilite fino dai tempi d’Hincmaro, cioè nel secolo nono, le pie fraternità dei laici”, il Muratori tuttavia con lo scrupolo del cronista avanza un prudente dubbio: “Si potrebbe anche provare che molto prima dell’età d’Hincmaro esistessero quelle devote compagnie, se sapessimo di certo in quale anno si sia tenuto un certo Concilio Namnetense, o sia di Nantes – del quale si legge nel tomo IX dei “Sacrosancta Concilia” opera del Labbè - dove si trovano quasi ripetute le suddette parole d’Hincmaro”. In effetti in tale opera del 1671, al canone XV delle risultanze conciliari, troviamo riportato un lungo incipit pressoché identico: “De collectis, vel confratriis, quas consortia vocant etc. etc.”. Una coincidenza davvero sorprendente, che comunque poneva il documento conciliare in enorme anticipo sui Capitula di Hincmaro e dal quale certamente fu tratta ispirazione testuale. In tal caso la prima citazione “ufficiale” circa un movimento confraternale andrebbe retrodatata di circa due secoli, dato che il Concilio di Nantes cui si fa riferimento (un’adunanza del tutto locale, secondo un costume alquanto diffuso a quei tempi) parrebbe oggi fissarsi attorno al 658 o 660, ma circa il quale lo stesso Muratori non era allora in grado di stabilire l’esatta collocazione temporale: “Alcuni hanno creduto che questo Concilio fosse tenuto nell’anno 800; il Sirmondi nell’anno 658; il Pagi nell’anno 660”. Tuttavia fu lo stesso Philippe Labbè a dare maggior credito alla tesi del suo contemporaneo padre gesuita Giacomo Sirmondi, ponendola in nota finale quale suggello dei venti canoni emanati da quel Concilio, nella quale si precisava che esso si tenne al tempo di papa Vitaliano (pontefice dal 657 al 672).
Pur continuando in seguito a persistere diversi dubbi circa l’effettiva collocazione temporale del Concilio di Nantes, va detto che in prevalenza si è poi affermata in tempi moderni la tesi dell’anno 658, sancita infine da un’autorevolissima fonte quale il monumentale “Dizionario dei Concili” in sei volumi (1963), opera dell’ancora monsignore ma futuro cardinale Pietro Palazzini.
Volendo quindi attenersi a tale datazione, anche qui occorre notare che se a quell’epoca il fenomeno variamente indicato come “confratrias” o altro meritò di essere trattato in un importante documento ufficiale, vuol dire che all’epoca esso era già ben radicato da tempo nella Chiesa e nella società.
In tal modo si potrebbe ipotizzare una qualche sorgente tra la fine del VI secolo e gli inizi del VII. Ciò, ovviamente, in relazione al solo Concilio di Nantes, non potendo escludere – allo stato delle attuali conoscenze - che altre adunanze similari abbiano avuto luogo in tempi ancora antecedenti, in Francia o altrove in Europa.
Resta comunque da dire che – scientificamente - è difficile poter parlare di una “nascita” precisa, identificata nella storia, mentre è più ragionevole pensare al concetto di “Confraternita” come una continua evoluzione, una delle tante trasformazioni e ramificazioni che le comunità cristiane conobbero a partire fin dai tempi stessi di Gesù.
Lugano, febbraio 2020
Le Confraternite "sono state fucine di santità di tanta gente che ha vissuto con semplicità un rapporto intenso con il Signore" (Papa Francesco, Giornata Mondiale della Pietà Popolare, 5 maggio 2013). Collaborano con le parrocchie di cui animano la vita liturgica. La loro pietà intrinseca, cioè radicata nello spirito e nella vita, è ispirata ed orientata sempre e soltanto a Cristo, con particolare interesse per quello che rappresenta il nucleo essenziale della fede cristiana: il Mistero Pasquale (Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo).
La loro devozione comprende sempre e in misura preminente la Madre di Dio, anche quando si associa ad un santo locale. Le forme esteriori della loro devozione sono infatti la rappresentazione di una fede genuina e pura, tramandata e persino difesa nella sua integrità.
Sul piano sociale, l'esercizio della carità (diakonia) si esprime nelle opere di misericordia materiale, che le Confraternite hanno realizzato nei secoli, rispondono alle esigenze della comunità locale, sotto la guida del loro rispettivo vescovo, e in conformità alla loro spiritualità.
Esse hanno di fatto inventato ospedali, cimiteri e scuole cattoliche, nonché i banchi di pegno, il credito mutualistico, i banchi alimentari, le case per ragazze-madri.
Opere che nel tempo la Chiesa ha poi sistematizzato nel corpus della sua “Dottrina Sociale” (il cui Compendio è uscito nel 2004) e che sul piano pratico sono state in gran parte avocate dallo Stato Sociale. Le confraternite hanno tuttavia saputo dirigere i loro sforzi di carità verso le “nuove
povertà” e nell’assistenza alla formazione di sacerdoti e missionari.
L'annuncio della Parola passa in molti casi nella costruzione e nel mantenimento dei luoghi di culto e riunione; nella creazione di vari momenti formativi per i propri membri: corsi, convegni, seminari, ritiri, catechesi vere e proprie.
Tali attività valgono a promuovere una visione cristiana dell'uomo e del mondo, alla luce di principi e valori alla base della fede Cristiana, attraverso il sostegno della stampa cattolica e di studi su argomenti religiosi.
Sul piano culturale, le Confraternite sono impegnate nella tutela e nel restauro del patrimonio di arte e architettura sacra; nella produzione di oggetti e paramenti sacri di alto artigianato; nella conservazione di tradizioni e di riti (canto, musica, testi liturgici etc.).
Per il loro impegno culturale, le Confraternite sono spesso la memoria di quel processo di inculturazione della fede e di evangelizzazione delle culture che solo il cristianesimo a saputo realizzare e che è alla base del continente europeo.