Malaga ospita la II edizione del Forum paneuropeo delle Confraternite europee
Fonte dell’articolo: centenariomalaga.com
La città spagnola diventa il secondo luogo in cui si tiene questo incontro di confraternite e sorelle in occasione del Centenario dell’Associazione, al quale hanno partecipato diversi accademici per analizzare il ruolo della pietà popolare in diversi paesi.
In coincidenza con il 4° Congresso Internazionale delle Confraternite e Confraternite, e come parte degli eventi per il Centenario dell’Associazione, la città di Malaga ha ospitato il 2° Forum Paneuropeo delle Confraternite Europee. L’incontro è iniziato a Lugano e si sposterà a Montpellier, in Francia, il prossimo maggio.
Il vescovo della diocesi di Malaga, Jesús Catalá, ha dato il benvenuto ai partecipanti, ringraziandoli per il lavoro svolto e augurando che questo forum sia “un passo in più in questo cammino insieme”. Luis Merino, presidente della Commissione del Centenario, ha spiegato l’intero processo dalla prima edizione ad oggi, sottolineando l’importanza di sviluppare una struttura di lavoro comune che non fosse “né centralista né gerarchica”.
Umberto Angeloni, coordinatore del Forum, ha presentato lo studio realizzato dall’istituzione sul ruolo svolto dalle confraternite e dalle sorellanze in Europa, evidenziando la presenza di oltre 22.000 entità e 6 milioni di membri, senza contare i paesi dell’Est europeo. Nonostante non abbia potuto partecipare di persona, Michel Foletti, sindaco di Lugano, ha inviato un messaggio d’affetto e d’amore ai presenti: “Il mio augurio è che questo seme di Lugano cresca e crei una realtà che possa tornare”.
Il primo degli interventi è stato quello di Monsignor Rino Fisichella, che ha analizzato “La sfida delle Confraternite e delle Confraternite nel panorama attuale dell’Europa”. Inizia spiegando il ruolo svolto dal continente nell’espansione del cristianesimo, essendo il punto di partenza della religione: “La libertà che Cristo aveva portato al mondo era di tale grandezza che non trovava corrispondenza nei popoli ebrei e greci. Il cristianesimo non è avanzato distruggendo il bene che ha trovato, frutto della saggezza dei popoli, ma dirigendolo verso la vera pienezza”, ha detto.
Ha anche sottolineato i problemi derivanti dalla crisi moderna, come la solitudine in cui “l’uomo è caduto”: “È diventato un estraneo a se stesso, incapace di capire e comprendere se stesso”. Ha spiegato che “solo una forte identità condivisa può sradicare le forme di fondamentalismo ed estremismo che appaiono ripetutamente nei nostri territori”. Perché questo accada, dobbiamo allontanarci da una forma di neutralità che non si schiera con la nostra storia. Se ci vergogniamo di ciò che siamo stati, delle nostre radici e della nostra identità cristiana, allora non ci sarà futuro.
Monsignor Fisichella ha fatto riferimento alla mostra “Il Verbo Incarnato”, che è esposta nella Cattedrale di Malaga. Ha raccontato come il disegno dei piedistalli di artisti contemporanei sia servito da esempio per spiegare l’idea del suo discorso, la “tradizione vivente”: “Voi avete una missione specifica e importante: mantenere vivo il rapporto tra la fede e le culture e i popoli a cui apparteniamo, e lo facciamo di fronte alla pietà popolare”.
Ha anche parlato della necessità che i valori che uniscono i paesi non siano barriere tra ricchi e poveri: “L’Europa può essere veramente una patria comune per popoli con lingue e linguaggi diversi nella misura in cui sa scoprire il cristianesimo come fondamento su cui consolidare gli sforzi, come un nuovo periodo di pace”. A tal fine, è necessario uno sguardo di speranza che permetta di guardare il presente con “le sue difficoltà ma con fiducia”, forti di una “promessa di vita” che supera ogni limite: “Dobbiamo convincere i nostri contemporanei che le superstizioni in cui ripongono la loro fiducia non li porteranno da nessuna parte. Solo l’amore è la fonte della vera rinascita”.
La commissione teologica, presieduta da René Roux, rettore della Facoltà di Teologia di Lugano, ha poi preso la parola, basando il suo intervento su “L’ecclesiologia delle fraternità e delle confraternite”. Ha sottolineato l’importanza dell’organizzazione di queste entità, essendo di tale grandezza che non possono essere “sottovalutate”. Ha passato in rassegna le principali materie accademiche coperte dagli studi sulle cofradías (storia, arte, sociologia,…), ma ha sottolineato la mancanza di produzione relativa al carattere teologico: “Le cofradías sono ai margini degli studi sulla religiosità popolare”. Ha spiegato che questa “apparente assenza” risponde ad una “irrilevanza delle confraternite” in seno ai sacerdoti o agli operatori pastorali”, soprattutto in paesi come la Svizzera, la Germania o l’Italia.
Ha anche sviluppato quei fattori che differenziano i movimenti laici, basati sulla presenza del fondatore, dalle confraternite, in cui c’è una componente molto più “democratica” o non così carismatica: “Nelle confraternite, la parrocchia non viene sostituita. Né abbraccia la totalità della vita dei membri. Infatti, l’adesione di altri è consentita”.
Arturo Cattaneo, professore di diritto canonico a Venezia, ha parlato del ruolo delle “Confraternite nel diritto canonico”. Ha fatto una rassegna storica della presenza di queste entità nel diritto ecclesiastico, dettagliando la loro evoluzione dopo il Concilio Vaticano II. Ha analizzato i diversi tipi di relazione stabiliti tra le confraternite e il loro rapporto con l’autorità ecclesiastica, il loro scopo e altre caratteristiche. Infine, ha menzionato il ruolo degli statuti nella natura delle confraternite.
Roberto Fusco, docente di Spiritualità alla Facoltà Teologica di Bari e di Teologia di Lugano, ha analizzato il rapporto “Confraternite e spiritualità”: “Spirituale suona come qualcosa di lontano dalla realtà, ma nel caso del cristiano, è tutto ciò che è abitato dallo Spirito e illumina l’aspetto profondo del nostro comportamento”.
Definito il quadro teorico, ha sviluppato questo fenomeno tra la popolazione non consacrata, mirando alla “santità”: “I laici possono esprimere nel loro lavoro il legame con Cristo attraverso una testimonianza di vita. Nel caso delle confraternite, esse possono incrementare questa vita cristiana attraverso una consapevole e matura esperienza di espressione popolare, come le manifestazioni di culto, che non si esprimono attraverso i moduli della sacra liturgia, ma attraverso le processioni”. Ha sottolineato l’importanza della carità come elemento fondamentale del servizio.
Di fronte a queste domande, ha parlato di spiritualità come un modo rinnovato di vivere la pietà popolare e la coscienza dei partecipanti attraverso un aggiornamento delle strutture delle confraternite. Ma ha anche parlato di “superficialità religiosa”, risultato di una mancanza di “interiorizzazione della fede”.
Con il titolo “Le confraternite e la liturgia”, Giuseppe Midili, professore di Liturgia all’Università Gregoriana (Roma) e al Pontificio Ateneo S. Anselmo (Roma), ha sottolineato il binomio preghiera e assistenza che caratterizza le confraternite delle origini. Concentrandosi sulla questione liturgica, ha descritto alcuni dei riti, processioni, cappelle e altre espressioni che, fin dall’inizio, hanno cercato la vita di preghiera dei membri. A questo punto, ha fatto riferimento al sorgere di elementi artistici che completano questi spazi. Ci sono anche altri elementi, come le medaglie o le bandiere che vengono utilizzate come segno di identificazione dei congregati.
La produzione musicale, attraverso brani sacri, così come le rappresentazioni passioniste, hanno dato origine a una “eredità e cultura artistica” che esprime la cura per loro. Infine, ha invitato i presenti a vivere un “rapporto tra la fede e la cultura del popolo attraverso la pietà popolare”: “Le confraternite devono essere dei ponti, una via per arrivare a Cristo e verso una nuova evangelizzazione e maturazione del cammino di fede”.
Nell’ultima parte del forum è stata presentata la proposta di migliorare gli statuti del forum, la presentazione del Congresso “Miracoli eucaristici e pietà popolare” e il progetto “Museo virtuale della pietà popolare”. Inoltre, è stato annunciato che Montpellier, in Francia, ospiterà la terza edizione del Forum paneuropeo delle Confraternite e Tiago Henriquez ha proiettato lo scenario delle Confraternite portoghesi.
Paloma Saborido, presidente del comitato scientifico del Congresso, ha analizzato il ruolo delle donne nelle confraternite europee. Ha iniziato con una panoramica storica della loro influenza nel tempo: “Ci sono teologi che dicono che se la chiesa non riconosce un ruolo più egualitario alle donne, si farà un gran male. Papa Francesco sta cercando di cambiare una realtà”.
Allo stesso tempo, ha anche messo sul tavolo la necessità di realizzare uno studio che analizzi la realtà delle donne nelle confraternite a diversi livelli: territoriale, partecipativo e organico: “Se le donne non hanno un ruolo attivo nelle posizioni dirigenziali, è molto difficile che certe realtà possano essere trasformate e modificate”.
Luis Merino, presidente della Commissione del Centenario, ha concluso descrivendo il panorama fraterno esistente a Malaga, sottolineando l’importanza del lavoro sociale attraverso Corinto.
Francesco Antonetti, presidente della Federazione Italiana delle Confraternite, ha chiuso l’evento, ringraziando l’organizzazione del forum e la presenza dei partecipanti.